attività in carcere papillon

PAPILLON TEATRO  è il progetto di formazione e promozione teatrale che AMA realizza da quattro anni nella  Casa Circondariale di Lecce.

Obiettivi del progetto sono:

– l’arricchimento dei percorsi educativi dei detenuti attraverso processi di apprendimento orientati soprattutto allo sviluppo, di nuove competenze comunicative, creative individuali e di gruppo;

– il miglioramento della sala teatro, attrezzandola con servizi tecnici di base (palco, fondale quinte, videoproiettore, ring, tappeto di danza e connessione wifi) per rispondere ai bisogni di tipo artistico ed educativo dei detenuti e per effettuare una programmazione di eventi. Questo per rafforzare le connessioni tra detenuti e pubblico esterno attraverso la creazione di un luogo identitario e culturale, nel quale poter programmare attività di laboratorio, spettacolo e ricerca.

Le attività in corso sono il corso biennale di formazione per allievi attori con due incontri settimanali e la rassegna di spettacoli DENTRO, IL TEATRO aperta anche al pubblico esterno.

Carmen Ines Tarantino : attrice-pedagoga e giornalista.

Guida artistica in progetti di teatro sociale d’arte e di comunità, interprete e autrice di testi di teatro d’arte, coordinatrice e direttrice artistica in lavori audiovisivi su tematiche sociali. Percorso di formazione artistica all’Accademia Mediterranea dell’Attore e ai Cantieri Tetrali Koreja; iscritta all’ Ordine nazionale dei giornalisti dall’ 8 marzo 2002.

Affianca al lavoro nel teatro d’arte un’intensa attività nel teatro di comunità con bambini, adolescenti e adulti, con particolare riguardo alle fasce sociali fragili in progetti che coinvolgono scuole, quartieri periferici e carceri in Puglia e in altre regioni del Sud Italia. Coordinatrice e ideatrice di attività laboratoriali di co-creazione narrativa per bambini e adulti.

Come attrice è stata diretta da Tonio De Nitto, Marcello Sambati, Fabrizio Saccomanno e Marinella Anaclerio. Ha all’attivo collaborazioni artistiche e pedagogiche con: AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore (Lecce), Mecenate 90 (Roma) e Factory Compagnia Transadriatica (Lecce).

Per AMA conduce, dal 2019, il laboratorio teatrale per i detenuti nella sezione maschile della Casa Circondariale di Lecce, con altri tre colleghi.

Veronica Mele: attrice e performer di musica e teatro-danza.

Nasce a Firenze il 14 Giugno 1990. Dal 2003, inizia un percorso multidisciplinare in danza, teatro e canto alla Max Ballet Academy di Firenze formandosi ed in seguito lavorando come Musical Performer.

Dal 2015 approfondisce gli studi teatrali in creazione del personaggio, regia e messa in scena, presso Tedavì98 di Alessandro Riccio, con il quale è in scena nel 2017 nello spettacolo “Esser D’Annunzio” da lui diretto. Nel 2018 è allieva di Luciano Melchionna e partecipa in seguito allo spettacolo “Dignità Autonome di Prostituzione” da lui diretto, al Teatro Bellini di Napoli e al Teatro Paisiello di Lecce. 

Dal 2015 segue studi etnomusicali sulle danze e musiche popolari, prendendo parte alle performance della Compagnia di danza TaranTarte ed in seguito nel corpo di ballo della Fondazione Notte della Taranta. Dal 2019 frequenta laboratori teatrali intensivi di Massimiliano Civica, Roberto Latini, Roberto Castello, Chiara Guidi. Nel 2020 si diploma in discipline teatrali all’Accademia Mediterranea dell’Attore diretta da Franco Ungaro. 

Nel 2019 prende parte della Docu Fiction Sky Arte “L’ultima de’ Medici” con Fabio Canino e Piera Degli Esposti, per la regia di Tobia Pescia. Viene diretta da Tonio De Nitto in “Pupe di pane” e da Marcello Sambati nella performance “La vita è forse così”.

Benedetta Pati: attrice-pedagoga.

Laureata in lingue e letterature straniere presso Università del Salento e Universidad de Sevilla. Diplomata nel 2019 in recitazione presso AMA, direzione Franco Ungaro. Nel 2016 lavora come guida turistica presso “Irlanda en Español” (Dublino – IR). Dal 2017 al 2018collabora con il Teatro del Lemming, direzione Massimo Munaro. Nel triennio 2017 – 2019 prende parte alle produzioni “Tartufo”, regia T. de Nitto e “Le troiane”, regia M. Anaclerio,
in qualità di allieva attrice e “Try crampies”, regia A. Cassano prod. Animanera e “La mandragola”, regia M. Falcomatà prod. Teatro delle Rane, in qualità di attrice professionista.

Nel 2018  idea e scrive con altre quattro attrici lo spettacolo “Pupe di pane”
regia Tonio de Nitto, prod. AMA. Nello stesso anno prende  parte alla residenza artistica “Human shame” a Skopje – MK. Dal 2019 al 2021 frequenta la scuola di Placetelling lavorando poi come placeteller presso la IX Conferenza “I borghi del mediterraneo” (Cisternino – Br) e presso l’OFFF (Otranto – Le), direzione artistica Stefania Rocca. 
Dal 2018 al 2021 lavora presso AMA in qualità di segretaria amministrativa, organizzatrice e distributrice. Dal 2018 ad oggi lavora  come operatrice teatrale presso la Casa Circondariale di Lecce focalizzando il percorso sulla narrazione e sulla scrittura creativa. 
Dal 2016 svolge attività di scrittura pubblicando: “Unalgiorno”, Libereria ed., Roma, terza edizione, 2017; “Io Leonzio, storie e cunti di chi ha vinto la fortuna”, Mizzart ed., Leverano, 2019; “Una vita tra le vite”, Mizzart ed., Leverano, 2020. Dal 2019 lavora come traduttrice e revisore di testi per Musicaos editore. Dal 2022 svolge attività di local manager presso Borgo Egnazia (Fasano – Br). 
E’ attualmente impegnata in quattro produzioni teatrali: “La vità è forse così” – con la Regia di Marcello Sambati, prod. AMA; “Pupe di Pane” – Regia Tonio De Nitto, prod. AMA; “Peter Pan”, regia Tonio De Nitto, prod. Factory compagnia transadriatica – Fond. Sipario Toscana; “Diario di un brutto anatroccolo”, regia Tonio De Nitto, prod. Factory compagnia transadriatica – Fond. Sipario Toscana.

Lorenzo Paladini : attore, docente AMA.

Ha studiato recitazione nella scuola del Teatro Tangram di Torino e con AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce. Ha studiato doppiaggio negli studi O.d.s. di Torino. Dopo essere stato scritturato per diversi spettacoli, si trasferisce a Lecce per lavorare stabilmente con l’Accademia AMA come attore, operatore e assistente alla direzione.

Ha condotto laboratori teatrali sull’ uso della voce, recitazione, scrittura creativa per adulti e adolescenti. È autore e attore dello spettacolo ANDREA | PRIMA MIA PAROLA, lavoro incentrato sul delicato tema dell’autismo, vincitore del premio come miglior spettacolo all’interno del POLLINEfest di Latina.

Nel 2022 ha lavorato come organizzatore e attore per il ciclo di incontri “L’ora del tè, residenze creative di degustazione e manipolazione dei libri”, progetto di avvicinamento alla lettura di libri rivolto ai residenti del quartiere 167 di Lecce. Cura l’organizzazione e la didattica di un corso biennale di teatro (2021/2023) con i detenuti della Casa Circondariale di Lecce. Al momento conduce corsi di dizione e tecniche vocali con adolescenti e adulti.

Miriana Moschetti: attrice e docente AMA.

Miriana Moschetti (classe ’95) studia recitazione e danza dall’età di 16 anni, nel 2020 si trasferisce a Lecce per frequentare AMA (accademia mediterranea dell’attore).
È Diplomata presso NOHA (Hip hop school e nuovi linguaggi metropolitani, di Marisa Ragazzo e Omid Ighani ). Ha frequentato per un anno la scuola di doppiaggio VOICE ART DUBBINGE, nel 2019 scrive e mette in scena insieme alla collega e attrice Maria Tucci, lo spettacolo “Il punto della situazione”.
Nel 2022 Pubblica la raccolta di poesie “Capienza (nel bordo) per la casa editrice Libereria.
A maggio 2023 attraverso un primo studio coreografico ottiene una borsa di studio per ” Nuove Traiettorie”, un percorso formativo che si rivolge a giovani coreografi e coreografe agli esordi del loro percorso autoriale selezionati dai propri referenti regionali – partner del NETWORKDANZAXL. 
Ad agosto 2024 mette in scena “Hirundo”, una performance di danza, (anteprima nazionale all’interno del festival Tempora Contempora organizzato da AMA, Accademia Mediterranea dell’attore). Al momento è attiva nel territorio leccese come attrice e performer e collabora con AMA come attrice e docente nei laboratori.

Fino al 2023, le attività erano suddivise in un corso biennale di formazione per allievi attori con due incontri settimanali e la rassegna di spettacoli DENTRO, IL TEATRO aperta anche al pubblico esterno. Dal 2024 il corso si sviluppa in un’unica annualità, con un incontro settimanale e l’obbiettivo finale di creare uno spettacolo.

1° ANNO: Bevilacqua Paolo, Carrieri Francesco, El Ambri Driss, Mineccia Francesco, Sansone Mario, Sy Cherif Amed, Toska Benfik, Turrisi Francesco, Volpe Giovanni, D’Alessio Luigi, Nacci Emanuele, Alfonzetti Francesco, Colucci Gianfrancesco, Novellino Francesco, Fago Angelo, Lupoli Giovanni.

  • 1° ANNO: Luigi Antonaci, Crescenzo Bartoli, Valerio Bongiorno, Oreste Broglio, Angelo Cassano, Nicola De Feo, Pasquale Fiore, Francesco Leone, Domenico Manzi, Alessandro Morra, Nadir Frisullo, Antonio Palermo, Valerio Panariti, Agostino Petruzzelli, Francesco Vitale.
  • 2° ANNO: Francesco Alfonzetti, Angelo Fago, Giovanni Lupoli, Giovanni Volpe, Cherif Amed Sy. (spettacolo prodotto: LA REGINA RESTA).
  • 1° ANNO: Annoscia Nicola, Bardoscia Pierpaolo, Bruno Antonio, Bruno Francesco, Cardinale Piero, Carella Marco, Carbutto Alessandro, Di Biase Donato, Grasso Giuseppe, Marti Sergio, Mineccia Francesco, Pagani Gianmarco, Pala Antonio, Santoro Nicola.
  • 2° ANNO: Alfonzetti Francesco, Antonaci Luigi, Bartoli Crescenzo, Broglio Oreste, Cassano Angelo, Fago Angelo, Lupoli Giovanni, Manzi Domenico, Morra Alessandro, Vitale Francesco, Volpe Giovanni. ( Spettacolo prodotto: AMOR TE).
  • UNICA ANNUALITA’: Giovanni Grimaldi, Domenico Manzi, Antonio Bruno, Francesco Bruno, Marco Carella, Sergio Marti, Oreste Broglio, Pierpaolo Bardoscia, Alessandro Morra, Francesco Mineccia, Luigi Annoscia, Nicola Annoscia, Fabio Lanzillotto, Angelo Fago, Giovanni Lupoli, Francesco Vitale. (Spettacolo previsto per giugno 2025).

Dal 2020, AMA Accademia Mediterranea dell’Attore svolge un’attività di formazione teatrale all’interno della casa circondariale di Lecce. Il progetto PAPILLON TEATRO ha coinvolto negli anni gruppi di detenuti impegnati nell’apprendimento delle tecniche teatrali: movimento di scena, espressività, scrittura drammaturgica, tecniche vocali per una comunicazione efficace, interpretazione e messinscena.

La missione didattica dell’Accademia AMA, impostata prevalentemente sul lavoro autoriale e inedito, trova nel teatro in carcere una perfetta sinergia di intenti. Il laboratorio annuale e permanente offre a detenuti e operatori la possibilità di esplorare a fondo gli aspetti didattici più complessi di questo mestiere: empatia, ascolto e urgenza. Risultato finale del laboratorio è la creazione di uno spettacolo che verrà presentato al pubblico alla fine del percorso.

Gli obbiettivi del laboratorio, sono quelli di favorire una maggiore consapevolezza emotiva, coltivare valori fondamentali quali la tolleranza, il rispetto e la comprensione tra i componenti del gruppo, migliorare l’autostima individuale, sviluppare abilità sociali, fisiche, verbali, conoscere meglio gli altri ed accettare punti di vista diversi dal proprio. Le metodologie utilizzate pongono pertanto l’enfasi sulla motivazione, sulla curiosità, sulla partecipazione attiva, sul pensiero critico, sulla socializzazione, inclusione e solidarietà, attraverso una costante pratica teatrale.

Si intendono affrontare carenze e inadeguatezze soprattutto dal punto di vista dei processi di apprendimento e dei processi educativi e culturali necessari a garantire livelli di benessere fisico e mentale dei detenuti come anche lo sviluppo di competenze necessarie per l’inclusione e il reinserimento.

Altro obbiettivo fondamentale del percorso è quello di rafforzare le connessioni tra detenuti e mondo esterno attraverso la creazione di un luogo identitario e culturale, per ridurre le condizioni di disagio, emarginazione, inadeguatezza e discriminazione. Attraverso gli strumenti e i linguaggi artistici del teatro, occorre rendere costante e solida la partecipazione e la produzione culturale dei detenuti, per fare in modo che incontrare la comunità e le reti di protezione sociale attive sul territorio, non sia più un evento occasionale.

Grazie alle attività del progetto e, in particolare, grazie all’inserimento e coinvolgimento in attività creative e di spettacolo dal vivo (laboratori, produzione e gestione di eventi d’arte e di spettacolo) i detenuti miglioreranno la loro condizione psico-fisica, acquisiranno competenze creative ed artistiche e gestionali utili per il loro recupero e per il loro reinserimento sociale.

All’inizio del percorso viene stabilito un calendario definito in cui gli operatori e le operatrici tengono delle lezioni specifiche in base ad un programma didattico costruito a monte. In un primo momento si affrontano le tematiche del movimento scenico, della lettura ad alta voce e della corretta emissione vocale. Attraverso le metodologie degli operatori, gli allievi non solo possono apprendere le tecniche teatrali necessarie alla messa in scena, ma hanno una visione di più chiara e diversificata dei diversi approcci del teatro contemporaneo.

Gli operatori sono costantemente in contatto tra di loro, condividendo opinioni, idee e proposte. Nel momento in cui gli allievi sono in grado di affrontare e mettere in scena un testo, comincia l’aspetto più autoriale del corso, in cui i testi scritti durante le esercitazioni di scrittura creativa vengono messi a disposizione di un’idea drammaturgica sviluppata con un metodo di brainstorming condiviso: in questo modo operatori e detenuti sviluppano un’idea inedita insieme, instaurando dunque le basi di un lavoro originale e estremamente personale.

La parte finale del laboratorio prevede la memoria dei testi e il montaggio di scene attraverso un processo di regia che viene condiviso dagli operatori e dai detenuti allo stesso modo, cercando dunque di non affermare “dall’alto” una drammaturgia forzata ma insegnando loro il come e il perché uno spettacolo viene sviluppato in un determinato modo. Risultati evidenti si notano nella presa di coscienza di molti detenuti che riescono a proporre idee innovative e omogenee al lavoro inizialmente proposto.

DENTRO, IL TEATRO è il titolo della rassegna teatrale organizzata dall’Accademia Mediterranea dell’Attore e dalla Casa Circondariale di Lecce.

La programmazione degli spettacoli aperti al pubblico esterno prova a mantenere un legame tra il dentro e il fuori del carcere, pensando  al futuro dei detenuti fuori dalle mura e al loro reinserimento sociale.

Testi originali e interpretazione: Francesco Alfonzetti, Angelo Fago, Giovanni Lupoli, Giovanni Volpe (Compagnia Papillon Teatro) 

Regia di Lorenzo Paladini

Drammaturgia a cura di Benedetta Pati

Produzione AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore

 

Questo gioco si basa sul sacrificio. Morire. Morire per un re. Si muore per un re, ma si vive per una regina. Il tempo misura gli istanti che passano nell’attesa. Secondi, giorni, millenni, sono soltanto definizioni che attribuiamo ad un concetto non meglio identificabile. Ma sebbene arbitrario, è comunque un sistema necessario.

In questa zona grigia si muovono le figure protagoniste alla ricerca di un tesoro perduto da tempo, una madre-regina sovrana di un sentimento che sembrano aver dimenticato. Generare vuol dire mettere al mondo un’idea complessa, piena di contraddizioni e mai banale, ma vuol dire anche assumersi delle responsabilità nei confronti del mondo e della stessa creatura generata. Bisogna avere pazienza, ma una madre sa aspettare. E resta, sempre, nonostante tutto.

 

Note di regia:

“Madre, ammirami.” Così gli attori esordiscono in questo non luogo. Nella loro semplicità indagano profondamente il tema dell’essere genitore, inteso come forza generatrice che smuove gli elementi dell’universo. I detenuti-attori scrivono, chiedono e cercano risposte a domande che da sempre non trovano risposta: cosa vuol dire generare? Cosa porteremmo nel nostro ideale, perfetto e perfettibile universo? Perfezione, memoria, conflitto, conoscenza. Quattro idee, quattro voci, quattro anime e quattro ombre. Un lavoro estremamente semplice in netto contrasto con la natura complicata dei temi portati in scena. Il simbolismo dei gesti e della scena guida i protagonisti in un viaggio personale alla scoperta di un futuro che stenta ad arrivare, intrappolati in un istante temporale che sembra chiudersi su se stesso.

Come direbbero gli stessi attori, sono gli spettatori ad entrare nel loro mondo, rispettandone le regole.

“Sono visitatori, forse ora ci ascolteranno davvero.”

Regia, drammaturgia e ideazione: Carmen Ines Tarantino
Coreografie e ricerche musicali: Veronica Mele
Costumi: Made in carcere
Musiche dal vivo a cura di Francesco Alfonzetti (chitarra), Oreste Broglio, Cosimo Grimaldi, Alessandro Morra (percussioni)
Assistente alla drammaturgia: Franco Vitale
Poesie e testi “Cicatrici”, “Fermo, in silenzio”, “Cosa è importante” di Francesco Alfonzetti
Il brano “Anima fragile” è interpretato da Shary
Produzione: AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore

Lo spettacolo AMÒR TE è liberamente ispirato a Le intermittenze della morte di Josè Saramago portato in scena dagli allievi-attori di Papillon Teatro, la compagnia formata dai detenuti del carcere di Lecce che hanno frequentato il laboratorio teatrale permanente promosso dal 2019 da AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore.

“Il giorno seguente non morì nessuno. Il fatto, poiché assolutamente contrario alle norme della vita, causò negli spiriti un enorme turbamento”. Cosa accadrebbe se la morte volesse prendersi una pausa? E se, a un certo punto, si avvicinasse troppo all’umano?

Le intermittenze della morte è una fiaba contemporanea dai toni grotteschi, un’altra opera geniale dello scrittore premio Nobel José Saramago, che racconta in modo ironico debolezze e contraddizioni della società contemporanea. Lo spettacolo, nato all’interno, ne ripropone le atmosfere: in bilico tra il tragico e il comico, come da sempre è l’esistenza umana. Il romanzo di Saramago ha costituito per gli allievi attori un “pre-testo”, una fonte a cui attingere per nutrire l’ispirazione e creare quadri, cucire poesie, immagini, suoni e musiche derivati dai legami intimi delle proprie vite.

La costruzione dei quadri coreografati è frutto di una ricerca sulle musiche e i riti popolari del Sud Italia, in particolare del Salento: dai moroloja e i canti in griko alla danza della scherma e della pizzica, fino alla parodia dei rituali funebri. Ne emerge una ragnatela di fili annodati tra loro: quello dei sentimenti e dei vissuti personali e, inevitabilmente, universali, ma anche un inno all’arte e al suo potere di assottigliare e dissolvere i confini tra la vita e la morte.

In scena gli allievi-attori detenuti di Papillon Teatro: Francesco Alfonzetti, Luigi Antonaci, Oreste Broglio, Angelo Cassano, Angelo Fago, Giovanni Lupoli, Cosimo Grimaldi, Domenico Manzi, Alessandro Morra, Mario Pagani, Francesco Vitale, Giovanni Volpe.

Progetto “L’attesa” di Lorenzo Paladini, Miriana Moschetti, Benedetta Pati, Carmen Ines Tarantino.


Il tema dell’attesa, così affascinante e misterioso è l’argomento centrale del capolavoro “aspettando Godot” di Samuel Beckett, da cui abbiamo preso in prestito fantasia e ironia. Attraverso un percorso di ricerca sul tema e sulle nuove drammaturgie, gli attori hanno sperimentato le diverse sfaccettature che comporta un’attesa talvolta eccitante, talvolta frustrante. La metafora di un viaggio in treno come nascita, prima creatrice di aspettative, ci permette di mettere in scena un fantasioso percorso costellato di discussioni, riflessioni, paure e speranze su “ciò che ci aspetta”. Saremo delusi? Saremo all’altezza? O alla fine è davvero solo il viaggio che conta?

“MA’ – Di parti e di rinascite nel carcere femminile“ è un progetto che si è svolto interamente all’interno della sezione femminile del carcere di Lecce e che ha coinvolto le donne che per varie ragioni vivono il contesto carcere: non soltanto detenute, ma anche personale della polizia penitenziaria, educatrici, psicologhe, volontarie delle associazioni che svolgono attività nella struttura.

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L’attività laboratoriale ha visto le 12 donne detenute partecipare a un processo di scrittura teatrale creativa che ha prodotto delle testimonianze, delle riflessioni e dei testi originali particolarmente espressivi di una condizione femminile nella quale le discriminazioni di genere sono (percepite) ancora più.

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