Continuano gli appuntamenti di Pupe di Pane, performance teatrale sul pane e le sue storie prodotta da AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore per la regia di Tonio De Nitto: dopo l’intensa giornata all’interno del carcere di Lecce, con tre repliche speciali riservate ai detenuti e alle detenute e realizzate nella sezione maschile e femminile della Casa Circondariale, le prossime date per il pubblico sono:
Giovedì 30 luglio a Melpignano, Palazzo Marchesale, via Roma; tre repliche alle ore 20, 21 e 22. Prenotazione obbligatoria tel 375 6041184
Venerdì 31 a Lequile, Convento Padri Francescani, Piazza San Francesco 29; tre repliche alle ore 20, 21 e 22. Prenotazione obbligatoria tel 328 6021575
L’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria: info@accademiaama.it, tel. 338 3746581.
Per l’occasione le “pupe di pane”, il prodotto gastronomico creato appositamente per la performance, saranno realizzate dalle detenute nel Forno della Casa Circondariale.
Anche queste due date, infatti, sono organizzate nell’ambito del progetto JUMPERIFERIE – teatro vivo nel sociale, sostenuto dall’avviso pubblico “Periferie al centro”, intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all’Industria Turistica e Culturale e Assessorato al Bilancio e programmazione unitaria, Politiche Giovanili, Sport per tutti Coordinato da Teatro Pubblico Pugliese in partnership con Accademia Mediterranea dell’Attore, Compagnia teatrale Petra, Casa Circondariale di Lecce, #reteteatro41, Arci Lecce, Mecenate 90, Officina Creativa, Comune di Lecce, Comune di Lequile, Comune di Melpignano.
Pupe di Pane, regia di Tonio De Nitto, è prodotta da AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore diretta da Franco Ungaro. Ideazione, testi e interpretazione sono di: Angelica Dipace, Benedetta Pati, Giulia Piccinni, Antonella Sabetta, Carmen Ines Tarantino. Costumi di Lilian Indraccolo.
Intorno a una tavola da lavoro, la mattrabbanca, cinque donne compiono un misterioso rituale dando vita a una tradizione che attraversa dialetti e cucine diversi, quella delle pupe di pane. “Un tempo queste bambole – spiega il regista Tonio De Nitto – si modellavano nell’attesa della Pasqua. I bambini avevano poco o nulla e queste pupe erano un regalo speciale, un augurio, un talismano apotropaico per scongiurare le disgrazie e ristabilire un equilibrio con la madre terra, una rinascita. Pupe di Pane è un rito, è il mistero attorno a un rito che, ora come allora, si rinnova e ci racconta di donne forti che impastano per ore e vegliano il pane prima “dell’uccata”, l’infornata; mischiano la farina e le loro vite attraversando la storia, quella piccola storia che con le loro mani e con il loro coraggio diventa la Grande storia”.