Riconoscimenti e partecipazioni:
Il 10 agosto 2021 Pupe di Pane riceve il premio come miglior performance teatrale al Festival internazionale NIŠVILLE JAZZ THEATER in Serbia. Nelle motivazioni del premio si legge: << La Giuria ha deciso di premiare come migliore interpretazione Pupe di Pane dell’Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce (Italia) perché le cinque attrici (Carmen Ines Tarantino, Benedetta Pati, Giulia Piccinni, Antonella Sabetta, Angelica Dipace) dirette da Tonio De Nitto hanno colpito l’immaginario collettivo del pubblico, raccontando storie che appartengono alla memoria di ognuno di noi. La Giuria ha apprezzato il concept della performance che mescola in modo originale linguaggio verbale, fisico e canto, il tutto al servizio di un rito, quello della preparazione del pane, che ci riporta a suoni e gesti antichi, universali e sempre vicino a noi >>.
Pupe di Pane ha partecipato nel 2022 al Festival Internazionale SKAMPA in Albania su invito dell’Istituto Italiano Di Cultura a Tirana
Ideazione, testi e interpretazione: Angelica Dipace, Benedetta Pati, Giulia Piccinni, Antonella Sabetta, Carmen Ines Tarantino
Regia: Tonio De Nitto
Costumi: Lilian Indraccolo
Cura e coordinamento: Franco Ungaro
Produzione: AMA- Accademia Mediterranea dell’Attore
Info: 389 4424473
Performance teatrale sul pane e le sue storie
Prisma della società, collante fra i popoli, il pane è al centro di un viaggio che mette in gioco la creatività e la memoria, attraverso una performance sulla sua preparazione e le sue storie.
Intorno a una tavola da lavoro, la mattrabbanca, cinque attrici compiono un rituale dando vita a una tradizione che attraversa dialetti e cucine diversi, quella delle pupe di pane. “Un tempo queste bambole – spiega il regista Tonio De Nitto – si modellavano nell’attesa della Pasqua. I bambini avevano poco o nulla e queste pupe, spesso dolci, erano un regalo speciale, un augurio, un talismano apotropaico per scongiurare le disgrazie e ristabilire un equilibrio con la madre terra, una rinascita.
Pupe di Pane è un rito, è il mistero attorno a un rito che, ora come allora, si rinnova e ci racconta di donne forti che impastano per ore e vegliano il pane prima dell’uccata, l’infornata; mischiano la farina e le loro vite attraversando la storia, quella piccola storia che con le loro mani e con il loro coraggio diventa la Grande storia”.
Tutto cambia ma il pane resta sacro
Cinque bravissime attrici dell’Accademia, Angelica Dipace, Benedetta Pati, Giulia Piccinni, Antonella Sabetta e Carmen Ines Tarantino, vestite come sacerdotesse della Terra, hanno messo in scena il rito della panificazione. Quella trasformazione miracolosa della farina in vita da cui sono nate tutte le religioni del Mediterraneo. Impasto, lievitazione, cottura, condivisione e cooperazione diventano gli atti sacramentali di un teatro del pane che tiene insieme in 26 minuti duemila anni di storia. Dalla fame della civiltà contadina, alle tessere annonarie della guerra, dalle lotte sindacali alle bambole di pane della Settimana Santa, che erano cibo, talismano e giocattolo per una società di pura sussistenza, in cui il pane era il simbolo della comunità e della comunione. Un poetico intreccio di mitologia e quotidianità che, nell’anno in cui una città del pane come Matera è capitale europea della cultura, dovrebbe essere visto da tutti gli italiani. Come antidoto contro l’individualismo che oggi riflette nei nostri pani monoporzione il cono d’ombra della collettività.
Marino Niola
/ Il Venerdì di Repubblica / 15 marzo 2019
Che succede ai Teatri della Cupa?
Pupe di pane riesce a evocare un’epoca lontana, un passato ancestrale, una comunità povera e coesa, per certi versi matriarcale, che viveva in funzione dei propri rituali essenziali e vitali. Si impasta e si canta, si parla e si racconta, viene evocato il tempo della guerra e il valore simbolico, quasi magico, attribuito a questi dolcetti fatti con l’impasto del pane (le “pupe di pane”, appunto), rituale a cui s’affidava valenza di buon auspicio prima della Pasqua. Recupero memoriale della parte genuina di un passato che sembra poter ancora oggi insegnare un’idea diversa (e sana) di essere comunità. Pupe di pane piace, convince, emoziona.
Michele Di Donato
/ ilpickwick.it / 16 ottobre 2019
Sopravvivere in Puglia – I Teatri della Cupa parte II
Curato e bello – “semplicemente”, non c’è aggettivo più adatto – Pupe di pane, il lavoro proposto da AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore diretta da Franco Ungaro che si è avvalso della regia di Tonio De Nitto. Le cinque giovani e bravissime interpreti fanno delle loro mani e delle loro voci strumenti di una rievocazione che prende forma nei gesti mimati intorno alla mattrabbanca, il tavolo per la preparazione del pane; che prende i suoni del dialetto e del canto, i colori della gioia e della malinconia di ricordi legati a quell’alimento dal valore ancestralmente umano. Nei bellissimi costumi di Lilian Indraccolo le donne sono l’immagine di un altro tempo in cui il sapore e il profumo del pane erano lavoro, fatica, famiglia, condivisione. E con la condivisione di pezzi di pane si conclude la breve performance, un cammeo di cura e dedizione.
Ilena Ambrosio
/ PAC PaneAcquaCulture / 19 agosto 2019
Nel rito della panificazione, l’anima del Salento
Entriamo in un mondo immacolato, reale perché immaginifico, fatto di farine e impasti, di lievito, acqua, sale, e attesa. Tatto, olfatto e gusto sono le porte della comprensione, esattamente come la vista e l’udito. Dalle sensazioni alle emozioni. Siamo pervasi dall’euritmia di suoni legati al pane e a un Sud contadino le cui tracce restano impresse sui volti antichi di queste giovani donne, e tracimano nelle loro narrazioni. Una convivialità eucaristica. La mattrabbanca (una sorta di tavolo-madia) come un altare. Grattare, strascinare. Pestare, battere, soffiare. Curare, custodire. Amalgamare, appiattire l’impasto, e il ritmo collettivo riproduce lo sferragliare assorto di una locomotiva. L’attesa come preghiera. Il miracolo della lievitazione. L’infornata. La sfornata. Il pane come bene, oggetto di fatica e delicatezze. “Compagno” deriva da cum pane: è colui con cui dividiamo il cibo.
Vincenzo Sardelli
/ Krapp's Last Post / 15 gennaio 2023